ROMA – “Abbiamo ritenuto necessario guardarci negli occhi, stringerci e sentirci uniti. Siamo contenti della riuscita di questo incontro e il ruolo dei cittadini in questo momento è importantissimo per comprendere quello che avverrà su questo territorio nei prossimi anni e per reclamare giustizia. Lo faremo attraverso la nascita del Comitato 29 luglio che si costituirà parte civile nel processo che sarà celebrato presso il Tribunale di Velletri”. Alla Dire l’avvocata Paola Cedroni, referente di Cives, ha commentato con queste parole l’assemblea pubblica che si è svolta stamane all’auditorium della chiesa della Beata Vergine del Rosario, proposto da associazioni del territorio e moderato dall’agenzia di stampa Dire, sull’incendio divampato nel sito di stoccaggio rifiuti Ecologica 2000 che ha avvolto diversi comuni dei Castelli in una nube di diossina.
Le immagini del fuoco e della nube di veleno che si sprigiona dal sito di via Ferrari, il nero che avvolge la cittadina di Ciampino e i comuni limitrofi nell’indimenticabile 29 luglio scorrono sullo schermo, e con esso il lavoro instancabile dei vigili del fuoco e della Protezione civile. Inizia così l’incontro che al tavolo delle associazioni, oltre a Cives, ha visto il Comitato per la riduzione dell’impatto ambientale dell’Aeroporto di Ciampino (CRIAC); Legambiente Appia Sud ‘Il riccio’; il Comitato no antenne; il Comitato no inceneritore santa Palomba. Così come i sindaci dell’Asl Roma 6 si sono riuniti in conferenza per affrontare l’emergenza incendio, lo stesso hanno fatto i cittadini per chiedere un monitoraggio, di terreni e salute pubblica, nei prossimi tempi e per fronteggiare quelle che rappresentano altre “bombe ecologiche” che gravano sui Castelli: gli autodemolitori che il sindaco Gualtieri vuole spostare alla Barbuta, già funestata da anni di toghi tossici alimentati dal campo nomadi, e l’inceneritore previsto tra Albano Laziale, Ardea e Pomezia. Hanno accettato l’invito e hanno risposto alle domande di stampa e cittadini la sindaca di Ciampino, Emanuela Colella, e l’assessora all’ambiente, Federica Giglio.
NUOVI DATI CONFORTANTI
La prima cittadina, rispondendo alle domande, ha spiegato: “I nuovi dati sono confortanti e si sono abbassati, sono vicini ai dati di riferimento. Se così è verranno rimodulate le raccomandazioni diramate dall’Asl. Sulle sostanze inquinanti e il monitoraggio- ha ribadito Colella- sono state tra le prime richieste poste al tavolo tecnico in Regione e già da ieri l’Asl ha provveduto ad effettuare una mappatura delle matrici delle sostanze inquinanti”. L’assessora all’ambiente di Ciampino Giglio ha aggiunto: “L’Ispra insieme ad Arpa ha elaborato un modello delle prime 3 ore, di come si è mossa la nube. L’Asl in base al modello e in condivisione con l’Istituto Zooprofilattico già da ieri ha fatto un campionamento, anche in aziende agricole e non prima di 5 giorni saranno disponibili”. L’assessora, tra le azioni in studio, ha parlato della “volontà di mettere una centralina mobile e ci sono stati consigliati- ha aggiunto- dei poligoni in cui posizionarla per monitorare alcuni parametri, anche oltre la diossina”.
I PROBLEMI AMBIENTALI DI CIAMPINO
Ciampino, ora investita dall’emergenza dell’incendio in un sito già attenzionato alla Procura di Velletri e con un precedente incendio al 16 settembre 2022, vive numerosi altri storici problemi ambientali: dall’aeroporto allo spettro attuale degli autodemolitori che Roma Capitale vuole spostare dalle sue mura. Il sito di rifiuti di via Ferrari, ha ricordato la sindaca Colella nel corso del dibattito, è autorizzato da Città Metropolitana. E proprio sui punti legati a permessi e nulla osta è tornato ad accendere un faro Roberto Barcaroli del CRIAC che ha ricordato che il sito di rifiuti che è andato a fuoco “non dovrebbe trovarsi lì perchè secondo le regole della navigazione aerea la discarica, come stabilito dall’ICAO, dovrebbe stare a oltre 13 km dall’aeroporto”.
“Si parla di oltre 20 kmq coinvolti da una nube tossica che è stata un disastro ambientale”, ha detto senza mezzi termini Alessandro Lepidini del Comitato no inceneritore santa Palomba. “Ci sono solo due campionatori mobili in tutta la Regione Lazio, a fronte degli 80 che ci sono in Lombardia: le Istituzioni non hanno previsto investimenti in questo e parliamo di green e pnrr”, ha sottolineato. Il Comitato No Antenne con Valentina Moroni ha chiesto di proporre all’Asl un “monitoraggio epidemiologico sulle condizioni di salute delle persone, soprattutto delle aree più esposte”. Dal pubblico diversi interventi: Enrico Del Vescovo di Italia nostra ha lanciato l’appello ai cittadini di “costituirsi parte civile” nel procedimento giudiziario che nascerà sul caso. Una proposta in animo delle associazioni che stileranno un documento di punti programmatici dall’assemblea di oggi. E proprio Mirko Laurenti di Legambiente circolo Legambiente Appia Sud ‘Il riccio’ ha ricordato “l’importanza cruciale di coinvolgere cittadini e Protezione civile, questo è ciò che chiederemo”, ha assicurato. “Il rischio è quello di un’altra terra dei fuochi”, ha denunciato la stampa: un rischio che suona più come una condanna con quei 145 incendi avvenuti nella Regione Lazio e denunciati da Legambiente, un report finito insieme al resto alla Procura di Velletri.
L’articolo VIDEO | Incendio Ciampino, nasce il comitato 29 luglio: in tribunale per avere giustizia proviene da Agenzia Dire.
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