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VIDEO | Borrell: “Israele non ha più scuse, deve accettare il cessate fuoco in Libano oggi stesso”

MondoVIDEO | Borrell: “Israele non ha più scuse, deve accettare il cessate fuoco in Libano oggi stesso”

FIUGGI – “Dobbiamo fare pressioni su Israele in modo che accetti il cessate il fuoco contenuto nella proposta oggi stesso, ma ci sono ministri estremisti nel governo israeliano che invece vogliono proseguire a bombardare, e ogni notte i civili sono sotto attacco. Confidiamo che il governo Netanyahu accetti la proposta di Stati Uniti e Francia senza ulteriori richieste, senza ulteriori uccisioni, e si inizi a pensare alla pace”. Questo l’appello che Josep Borrell, Alto rappresentante uscente dell’Ue lancia dal forum del G7 Esteri a Fiuggi.
In conferenza stampa, parla all’indomani di un vertice tenuto coi ministri dei sette Paesi membri, a cui sono stati invitati i ministri degli Esteri di Egitto, Arabia saudita, Giordania, Qatar e Emirati Arabi Uniti, insieme al segretario della Lega Arabi Ahmad Aboul Gheit. “Ho spiegato ai ministri del G7 e ai ministri arabi la situazione in Libano, dove sono appena stato, oltre che in Giordania. Ho informazioni di prima mano”, dichiara aggiungendo: “In Libano si contano almeno 4mila vittime, tutto il sud è stato completamente distrutto. Unifil, la missione di interposizione delle Nazioni Unite, è sotto attacco. Anche le forze libanesi sono sotto attacco dell’esercito israeliano. Almeno 50 dei loro soldati sono stati uccisi. Un cessate il fuoco è assolutamente necessario anche per le centinaia di migliaia di sfollati, per permettere loro di tornare a casa. Beh, in realtà non hanno più delle case a cui tornare- osserva il titolare della Diplomazia europea- perché non c’è rimasto più nulla. E non a causa dei combattimenti o degli scontri: Israele ha imposto intenzionalmente la distruzione di tutte le abitazioni: 100mila case sono state abbattute”.
“In Libano non ci sono scuse per non arrivare a un cessate il fuoco, rispetto alla proposta di accordo mediata da Stati Uniti e Francia. Israele ha preccupazioni relative alla sicurezza ma non possono essere una scusa per non implementare un cessate il fuoco. In caso contrario, il Libano collasserà”.

“A Gaza la situazione è persino peggiore. Nel nord ci sono 250mila persone completamente abbandonate a loro stesse. I coordinatori umanitari delle Nazioni Unite mi hanno riferito che a partire da ieri, lunedì 25 novembre, hanno dovuto interrompere gli interventi perché non hanno più scorte di cibo, carburante e non possono entrare. La macchina umanitaria è totalmente bloccata. E da chi? Dall’esercito israeliano. Dobbiamo dire la verità e dare un nome. Non ci sono più aiuti umanitari che entrano a Gaza. E gli operatori non hanno più la possibilità di lavorare”. 
Ecco perché, prosegue Borrell, “ieri ho detto ai miei colleghi arabi ed europei che va bene continuare a dire belle parole ma ora dobbiamo agire: quando andiamo al Consiglio di sicurezza dell’ONU e viene presentata una risoluzione solo sull’aiuto umanitario per le persone, rendiamoci conto che la soluzione dei due Stati arriverà dopo; che tutto il resto verrà dopo. Ma al Consiglio di sicurezza bisogna agire per evitare la tragedia”, continua in riferimento al blocco imposto alla risoluzione che proponeva il cessate il fuoco e l’ingresso di aiuti nella Striscia.
“A Gaza la fame viene usata come arma di guerra”, denuncia ancora. “E al Consiglio di sicurezza bisogna fare appello alle coscienze del mondo”. La decisione della Corte penale internazionale, che ha spiccato mandati d’arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, “non è qualcosa che si può scegliere: quando la Corte è andata contro Putin siamo rimasti in silenzio. Questo è un tipico esempio del ‘due pesi e due misure’. Ho chiesto agli Stati membri dell’Ue di rispettare gli obblighi derivanti dalla decisione della Corte dell’Aia e dal diritto internazionale, che piacciano o meno. La Corte penale è un tribunale a tutti gli effetti”.
Borrell premette: “So che oggi qui si discuterà una dichiarazione comune, che forse troverà consenso, tra gli europei e gli arabi, in modo da portare davanti alla giustizia coloro che a Gaza bloccano gli aiuti. Stiamo a vedere”. Poi chiarisce: “Sappiamo che gli Stati Uniti hanno posizioni completamente diverse perché non hanno siglato il Trattato di Roma ma tutti gli stati membri dell’Ue sì”.
Oggi è attesa una posizione comune dei membri del G7 sul mandato di cattura per Netanyahu. “Se non lo rispettiamo- aggiunge Borrell- non ci saranno speranze per il diritto internazionale. Non è un’alternativa, voglio essere chiaro su questo: è un obbligo. Spero che a fine giornata gli europei affermino con chiarezza che applicheranno il mandato di arresto. Gli Stati Uniti restano liberi di fare ciò che meglio credono”.
“C’è una proposta di cessate il fuoco per il Libano messa sul tavolo da Stati Uniti e Francia, che hanno dato a Israele tutte le garanzie di sicurezza richieste. Non ha scuse per respingerla. L’implementazione dell’accordo sarà monitorata da un comitato guidato dagli Stati Uniti, e i libanesi hanno accettato che anche l’UE abbia un ruolo, ma hanno anche chiesto la partecipazione della Francia. Questo è un punto ancora mancante perché Israele non vuole che la Francia ci sia. Parigi intende aiutare”.
Borrell ribadisce: “È stato Nabih Berry, presidente dell’Assemblea nazionale del Libano, a chiedere chiaramente la presenza della Francia. La Francia è pronta a meno che non arriverà il veto di Israele”. Ma se accettasse, “sarebbe tutto più semplice”, puntualizza Borrell.
Come riporta la stampa locale, è atteso per oggi un meeting del gabinetto per la sicurezza israeliano per discutere del cessate il fuoco con Hezbollah di 60 giorni, che non trova il pieno accordo nel governo. Tra i contrari, il ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, che su X ha scritto: “Non è ancora tardi per fermare questo accordo”, chiedendo una “vittoria assoluta”.
Le forze israeliani due mesi fa hanno invaso il sud del Libano, accusando l’ala militare del partito Hezbollah si sostenere l’ala armata di Hamas nella Striscia di Gaza, dove dal 7 ottobre 2023 sono morte già oltre 44mila persone. In Libano, i morti sono circa 4mila, e centinaia di migliaia gli sfollati. Il cessate il fuoco proposto e mediato da Parigi e Washington tra Israele e Hezbollah tuttavia non è stato pensato per riguardare anche Gaza.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

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