(Adnkronos) – Sul dl Superbonus il governo porrà oggi la questione di fiducia con il voto che è previsto domani mattina, con le dichiarazioni di voto attese alle 8.30 e poi la chiama, introno alle 10.
Il via libera al provvedimento è arrivato in mattinata dalla commissione Finanze del Senato che approda in Aula alle 15. Forza Italia non ha partecipato al voto in Commissione.
Una decisione che scatena le opposizioni. “Il governo ha deciso di apporre” sul superbonus “la questione di fiducia per una questione meramente politica, perché è evidente che non si fidano di Forza Italia e di come avrebbero votato gli emendamenti”, attacca Stefano Patuanelli, capogruppo del M5S in Senato. “Noi -spiega il pentastellato- presentiamo cinque emendamenti in aula e le altre forze di opposizione erano allineate nel dare questo contributo per avere una discussione seria, sana, su un numero di emendamenti assolutamente gestibile in aula. Nonostante questo, il governo ha deciso che alla fine della discussione generale apporrà la questione di fiducia”.
“C’è un problema in maggioranza enorme, con una forza politica come Forza Italia che prima dice grazie a noi non ci sarà più la sugar tax e poi non vota l’emendamento che prevede lo slittamento di un anno della introduzione della sugar tax, con Italia Viva che come sempre fa la stampella del governo quando serve e quindi la situazione politica la vedo in maggioranza oggettivamente molto critica”.
Va all’attacco anche il Pd con il capogruppo Francesco Boccia: “Quello che è andato in scena in Commissione Finanze ieri, è sotto gli occhi di tutti, nonostante la disponibilità delle opposizioni a entrare nel merito della vicenda superbonus, perché pensiamo sia gravissima la scelta fatta, di approvare una norma che, con effetti retroattivi, farà fallire migliaia di imprese e migliaia di famiglie e la maggioranza ha deciso di porre la questione di fiducia su se stessi”.
“Siamo molto preoccupati – afferma Boccia – perché i dati che sono venuti fuori oggi dall’Istat con i 3 milioni di giovani e 2 milioni di famiglie sotto la soglia di povertà, anziché spingerli a costruire provvedimenti per il Paese, in realtà li ha fatti chiudere in loro stessi, nella difesa di baluardi, che non c’entrano nulla con gli interessi collettivi”.
Ma la maggioranza minimizza. “La decisione di mettere la fiducia è dovuta semplicemente, come ha spiegato il ministro Ciriani, ai tempi, visto che il provvedimento scade il 28 e quindi entro domani deve arrivare alla Camera, purtroppo sappiamo che questi provvedimenti hanno una lettura sostanzialmente monocamerale, vecchia questione, deprecabile, succede a noi, succederà stavolta alla Camera”, spiega il capogruppo di Fi, Maurizio Gasparri. “Per quanto riguarda la questione politica, noi non la eludiamo affatto, io mi sono dedicato per giorni alla Commissione Finanze, di cui non faccio parte come capogruppo, abbiamo posto una serie di questioni e abbiamo detto anche ieri, che in caso di fiducia avremmo votato la fiducia”.
Per l’azzurro “nel provvedimento alcune questioni che abbiamo posto hanno trovato risposta positiva, rivendichiamo a Forza Italia il merito di avere rinviato, ma la cancelleremo definitivamente, una tassa stupida e dannosa e invito anche gli uffici dei vari ministeri a rifare i conti, quella tassa farebbe crollare i consumi, perché aumenterebbero merendine, marmellate, bibite aranciate, prodotti di vasto e largo consumo familiari acquistati da tutti gli italiani, anche da chi ha redditi più bassi e quindi non si priva per sé per la famiglia di prodotti tipicamente anche italiani”.
Sul superbonus “sulla questione della retroattività abbiamo posto un tema di natura giuridica, se le norme possono non essere retroattive, vedremo anche se quella norma creerà più vantaggi o svantaggi, perché poi ci sono imprese che avevano confidato su una programmazione con gli istituti di credito per l’assorbimento di bonus, di crediti, quindi vedremo”. La retroattività “è un tema di diritto, c’è chi dice che la retroattività vale solo per le norme penali, altri no, quindi alla fine abbiamo fatto un’astensione sull’emendamento perché conteneva una cosa conquistata da noi e una cosa non condivisa da noi”.