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Semiconduttori, l’Europa seconda al mondo per ricerca

AttualitàSemiconduttori, l'Europa seconda al mondo per ricerca

Ma doppiata da Cina. Elsevier: Italia accelera su brevetti

Roma, 6 lug. (askanews) – Appena stanziati dall’Ue 43 miliardi di euro per potenziare l’industria dei semiconduttori, motore trainante del progresso tecnologico e settore chiave in un contesto geopolitico sfidante. Ma a che punto è l’Europa in termini di posizionamento su questo tema? Una risposta a questo interrogativo la fornisce “Semiconductors Chips. What published academic research can tell us”, il nuovo report di Elsevier, uno dei più importanti editori scientifici del mondo, con più di 3mila riviste accademiche in ogni ambito, che ha esaminato la produzione accademica globale sul tema dei semiconduttori dal 2003 al 2022.

Guardando al 2022, gli ultimi dati disponibili, ciò che emerge è che nonostante oggi l’Europa ricopra la seconda posizione mondiale dal punto di vista delle pubblicazioni sul tema, con 15.000 paper nell’ultimo anno, la distanza con la Cina – leader incontrastato con 30.000 output nello stesso periodo, circa il 40% della produzione globale in materia – è decisamente importante. Ancora di più se si considera che lo stesso numero di produzioni, 15.000, solo 5 anni prima, nel 2017, consentivano all’Europa di vantare una posizione di leadership. Insomma, mentre la regione europea si è mostrata incostante, passando dalle 15.000 pubblicazioni del 2017 alle circa 17.000 del 2019, per tornare alle 15.000 nel 2022, la Cina ha continuato a investire su questo tema, anno su anno, passando dai 13.000 output del 2017 ai quasi 30.000 del 2022.

“I recenti investimenti dimostrano non solo la consapevolezza dell’Europa, fino a pochi anni fa leader mondiale nella ricerca sul tema, del ruolo strategico del settore, ma anche la sua vocazione collaborativa, di cui è un chiaro esempio il progetto IPCEI ME/CT a sostegno della ricerca e dell’innovazione e della prima diffusione industriale della microelettronica e delle tecnologie della comunicazione lungo tutta la catena del valore”, commenta Claudio Colaiacomo, Vice President for Academic Relations. Concepito e notificato da 14 paesi membri, il progetto prevede 8,1 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, con la previsione di ulteriori 13,7 miliardi di investimenti privati. “Un’iniziativa che, combinata ai finanziamenti destinati specificamente all’industria dei semiconduttori, potrebbe giocare un ruolo fondamentale nell’inversione della tendenza che vede affermarsi il primato cinese, rilanciando la competitività europea su scala globale”, aggiunge Colaiacomo.

Un settore critico per l’economia globale

Elemento fondamentale per l’elettronica moderna, i semiconduttori sono utilizzati per la produzione di circuiti integrati, nei transistor, per diversi componenti elettronici con proprietà variabili. Il loro impatto ha cambiato settori come le telecomunicazioni, i trasporti, la sanità, l’intrattenimento, grazie a elaborazioni dati più veloci ed efficienti, innovazioni nell’energia rinnovabile, nella robotica e nell’intelligenza artificiale.

Non mancano le sfide: il processo di produzione è molto complesso e richiede un alto livello di precisione, i materiali sono scarsi e costosi, si generano molti rifiuti, la produzione è ad alta intensità energetica. Tuttavia, sono diversi i Paesi che stanno cercando di incrementare la produzione, nel contesto di una complessa situazione geopolitica: gli Stati Uniti – il maggior produttore mondiale – e la Cina – il maggior consumatore mondiale – sono impegnati in una guerra commerciale che mette a rischio l’economia globale. Un “testa a testa” mondiale che emerge anche dalla lettura dei dati relativi alle attività di ricerca.

In questo tentativo globale di affrontare la carenza di semiconduttori, l’Unione Europea non fa eccezione. L’European Chips Act, il piano UE da 43 miliardi di euro per potenziare l’industria dei semiconduttori, che prevede finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, la costruzione di nuove fabbriche e la formazione di nuovi lavoratori, oggi operativo, era stato annunciato a febbraio di quest’anno. Il programma fa parte di una più ampia strategia dell’UE per diventare più indipendente nelle tecnologie strategiche e più competitiva nell’economia globale.

In UE 104mila articoli, oltre la metà da collaborazioni internazionali

Guardando agli ultimi 20 anni in Europa (considerando i paesi CE insieme a Svizzera, Norvegia e Regno Unito), vediamo una crescita non lineare della produzione accademica intorno alle tematiche dei semiconduttori, con le punte maggiori dopo il 2008 e il 2020, in linea con il trend mondiale. Dal 2017, autori europei compaiono nel 25% di tutta la ricerca pubblicata sui semiconduttori, con circa 104mila articoli accademici, il 54% del quale pubblicato con collaborazioni internazionali. Quest’ampia produzione scientifica colloca l’Europa al secondo posto al mondo dopo la Cina, ma comunque, come già anticipato, a una certa distanza. Guardando alle università più attive, il Politecnico di Milano è la prima università italiana, al 15° posto con 1220 pubblicazioni. Tra le aziende europee che pubblicano ricerca in questo settore, Leonardo è la prima italiana ad apparire nella lista delle 100 aziende europee più prolifiche, al 42° posto con 35 paper. Oltre 56mila articoli internazionali sono pubblicati da autori europei (54% del totale). La maggior parte dei paesi europei collabora con i loro vicini europei, mentre, al di là dell’Europa, gli Stati Uniti si posizionano al primo posto con 11.657 articoli co-autorizzati, seguiti dalla Cina con quasi 10mila. Taiwan ha 884 articoli co-autorizzati con l’Europa. Quanto ai brevetti, la Germania resta il paese europeo con il portafoglio più grande, nonostante sia diminuito in dimensioni e competitività negli ultimi anni. Il Regno Unito e la Francia occupano il secondo posto per numero di brevetti. L’Italia invece, sebbene abbia un portafoglio piccolo e stabile, ha visto il proprio livello di competitività aumentare, in un’accelerazione che va in direzione opposta a Regno Unito, Germania, Francia e alla maggior parte degli altri paesi UE.

Italia: collaborazioni internazionali oltre la media UE

Tra il 2017 e il 2022, l’Italia ha pubblicato circa 12.500 articoli correlati alla ricerca sui semiconduttori, mostrando un andamento stabile negli anni. La qualità della ricerca è piuttosto buona, con un indice di citazioni (FWCI) di 1.25, poco al di sotto della media nazionale di 1.43. In media, la collaborazione internazionale dell’Italia è leggermente superiore alla media: il 47% delle sue ricerche è in collaborazione con partner internazionali – la media per l’UE 27 è del 42% – e, nel caso continua a leggere sul sito di riferimento

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