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Nucleare, Morelli: ripartire con norme. Ci sarà modello italiano

AttualitàNucleare, Morelli: ripartire con norme. Ci sarà modello italiano

Sottosegretario dopo riunione Cipess che ha rifinanziato compensazioni

Roma, 30 nov. (askanews) – Nucleare si riparte, con gradualità, a partire dalla costruzione della normativa necessaria alla seconda vita di questa tecnologia di produzione energetica in Italia. “Oggi dobbiamo dirci : si può fare legittimamente il nucleare in Italia e partendo da questo presupposto decideremo quale modello di centrale sarà quello più utile per il Paese e scegliere qual è il modello economico e industriale”, afferma Alessandro Morelli (Lega), sottosegretario al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica al termine della riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo presieduta dal ministro dell’Economia Giorgetti che tra l’altro ha approvato la ripartizione dei contributi per l’anno 2022, per un importo complessivo di circa 14,5 milioni di euro a titolo di compensazioni in favore dei territori che ospitano siti di centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare. Tale importo spetta nella misura del 50% ai Comuni sede di impianto, del 25% alla relativa Provincia e del 25% ai Comuni limitrofi.

“Con i nuovi reattori nucleari che sono ancora in sperimentazione – ha detto Morelli in una conferenza stampa presso la sala polifunzionale della presidenza del Consiglio – verrano proprio utilizzate quelle che in termini convenzioni oggi dobbiamo definire come scorie e che invece, grazie a queste nuove tecnologie diventeranno materiale di combustione nucleare”.

Ma perché il ritorno del nucleare in Italia diventi realtà dovranno ancora passare anni. L’Esecutivo – ha spiegato il sottosegretario – intende partire al più presto dal primo passo necessario: “Il governo italiano sta andando avanti su questo argomento ma purtroppo è nella situazione nella quale oggi manca sostanzialmente una norma che permetta di approcciare al tema del nucleare. Sottolineo che le scorie sono in parte vetuste, cioè quelle legate al percorso nucleare che era stato iniziato e interrotto oramai tanti anni fa. Ma sottolineo che le scorie sono prodotte anche oggi in Italia e proprio le scorie legate al settore della sanità sono quelle che maggiormente impattano su questa materia”.

Dopo aver definito “assurdo” il fatto che negli ultimi anno non si sia potuto parlare di questa forma di energia, Morelli ha delineato il percorso di ritorno a una fonte che potrà beneficiare di nuove tecnologie.

Esiste un modello di produzione nucleare all’estero al quale ispirarsi? “Non abbiamo un modello – risponde Morelli ad Askanews – il nostro auspicio è che quando metteremo a terra le norme che dovranno partire dalla norma numero uno sul nucleare ci sia un modello Italia. Perché il modello Italia è quello legato alle nuove tecnologie messe a disposizione che sono sostanzialmente differenti rispetto alle precedenti. Sottolineo che su questo è necessario che innanzitutto il Dipartimento per la Programmazione Economica ha un ruolo fondamentale insieme logicamente ai ministeri che sono deputati all’argomento Energia, in particolare il ministero dell’Ambiente, per programmare la normativa necessaria a mettere a terra quelle centrali che saranno utili al Paese”.

E dunque, secondo Morelli “il dibattito fatto in questo momento rispetto a centrale grande, centrale piccola, centrale nelle aziende o in mezzo alla natura francamente è a uno step troppo avanzato rispetto allo stato dell’arte. Oggi dobbiamo dirci : si può fare legittimamente il nucleare in Italia e partendo da questo presupposto decideremo quale modello di centrale sarà quello più utile per il Paese e scegliere qual è il modello economico e industriale. Stiamo parlando infatti di un’industria e di una intera filiera che questo Governo deve costruire partendo dall’istruzione , dall’Università che devono avere per esempio borse di studio su questo settore fino al settore industriale che deve tornare a specializzarsi. Sottolineo che alcune nostre aziende, italiane, dove il nucleare non è permesso sono fra le prime al mondo per quanto riguarda la realizzazione e costruzione di centrali nucleari che però fanno all’estero”.

“Il nostro auspicio – conclude Morelli – è che grazie al lavoro del governo di centrodestra a seguito delle indicazioni che ci hanno dato gli italiani si possano porre in essere quelle norme che permetteranno con una sana logica di progetti e visione di realizzare in seguito il miglior modello di produzione energetica nucleare che è legato alle necessità italiane”.

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