BOLOGNA – Mentre il Parlamento è alle prese con il disegno di legge Zan, l’Emilia-Romagna crea la prima banca dati sulle diverse forme di ostilità nei confronti delle persone Lgbt. La novità è emersa oggi al primo incontro dell’osservatorio regionale sulle discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, frutto della legge regionale approvata tra le polemiche nel 2019. All’incontro c’era una trentina di rappresentanti delle associazioni del mondo Lgbtq+, dei Comuni e dei servizi socio-sanitari sul territorio. Presente anche Luca Trappolin, professore aggregato e ricercatore confermato in Sociologia generale all’Università di Padova, cui è stato conferito l’incarico di coordinare l’indagine.
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La ricerca che verrà condotta sul territorio emiliano-romagnolo, fa sapere la Regione, “permetterà di costruire la prima banca dati esistente in Italia sulle diverse forme di ostilità contro le persone Lgbt, mappare i servizi locali e la loro capacità di intercettare l’ostilità anti-Lgbt, raccogliere le buone pratiche. Il tutto con l’obiettivo di rafforzare le strategie di contrasto all’omotransfobia”.
L’assessora regionale alle Pari Opportunità, Barbara Lori, saluta una “giornata importante, perché rappresenta un passaggio decisivo per la diffusione della cultura della tolleranza e del rispetto”. Questo, sottolinea l’assessore, “nell’ottica dell’affermazione dei diritti delle persone omosessuali e transessuali, ma anche per sensibilizzare al valore della differenza, dell’integrazione e del rispetto così come è previsto nelle legge regionale”.
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