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Jaegermeister punta su Italia: sfida con gli amari si gioca fuori casa

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A Wolfenbuttel dove da 90 anni nasce il liquore alle 56 botaniche

Milano, 9 apr. (askanews) – Poco lontano dalle storiche case a graticcio del centro di Wolfenbuttel da 90 anni nasce lo Jaegermeister. In questa cittadina della Bassa Sassonia, Curt Mast, figlio di un produttore di aceto locale, dopo anni di sperimentazioni, nel 1934 mise a punto la ricetta del liquore alle erbe che, quasi un secolo dopo, sarebbe stato consumato in 150 Paesi. Ne abbiamo parlato con uno dei cinque depositari della ricetta segreta, colui che lavora perchè lo Jaegermeister non manchi mai nel mondo: “Jaegermeister è una combinazione di diversi aspetti – ci ha detto Berndt Finke, Jaegermeister vice president products & quality – Uno è il segreto della ricetta, una ricetta alchemica: la maggior parte dei consumatori è entusiasta quando sente che questa non è una ricetta normale. E poi abbiamo un elevato standard qualitativo delle materie prime, le 56 botaniche che sono il cuore di Jaegermeister, tutte e 56 di alta qualità”. Già dalla bottiglia verde cacciatore, la stessa in tutto il mondo, è chiaro, oltre alla passione per la caccia dell’inventore, il carattere di Jaegermeister. E il vetro a prova d’urto, il cervo con la croce tra le corna simbolo di Sant’Uberto, i versi di Oskar von Riesenthal lo raccontano da quasi un secolo. Ma è il contenuto, prodotto con 56 botaniche, una dozzina delle quali note, a celare le ragioni della sua diffusione. Finke da quando nel 2005 ha ricevuto la ricetta segreta garantisce immutata la ricetta che solo nel 2022 ha venduto quasi 121 milioni di bottiglie da 0,7 litri:”Per Jaegermeister, credo sia fondamentale avere la massima trasparenza in termini di catena di approvvigionamento – ha affermato Finke – Sapere quali sono le condizioni di origine e di coltivazione delle botaniche è molto importante in tempi di cambiamenti climatici. Per noi questo è un aspetto centrale e per questo è necessario assicurarsi di poter avere questi ingredienti anche tra 20 o 30 anni”. Non a caso per ogni botanica ci sono due zone di produzione nel mondo, in modo da scongiurare carenze. Ma lo Jaegermeister non è solo i suoi ingredienti. Sono la macerazione di erbe, fiori, radici e frutti e l’invecchiamento di circa un anno in 400 botti di legno di quercia a trasformarlo poi nell’amaro conosciuto in tutto il mondo. E a riprova della sua diffusione, parla il dato sul fatturato proveniente dall’estero, l’85% del totale, con Stati Uniti, Germania e Sudafrica sul podio. L’Italia in questa geografia è undicesima a livello mondiale e settima in Europa. Ma l’obiettivo è continuare a crescere in un mercato dov’è consolidata la tradizione degli amari che rappresentano oltre il 16% delle vendite di spirit. Qui Jaegermeister, dal 2022 distribuito da Gruppo Montenegro, lo scorso anno è riuscito a incrementare i volume, dopo gli anni della pandemia, anche grazie a modalità e occasioni di consumo differenti:”Per Jaegermeister è stato un anno positivo in un contesto sfidante – ci ha spiegato Daniele Uttiniresponsabile Italia Jaegermeister – Siamo cresciuti del 5% rispetto all’anno precedente e di questo siamo molto soddisfatti. A differenza della categoria di appartenenza il consumo di Jaegermeister in Italia si divide al 50% in casa e 50% fuori casa e questo è un unicum visto negli amari prevale il consumo domestico”. Ed è sul fuori casa che si giocherà la prossima sfida di Jaegermeister nel nostro Paese dove sta per arrivare la campagna “Barrel ageing”. Uno spot che del liquore tedesco celebra il tempo, quello necessario per “invecchiare” e affinarsi ma anche quello della socialità, contesto da sempre ideale per consumare Jaegermeister. Inserito nella campagna principale Be the meister lo spot sarà on air e on line dal 14 aprile e nei mesi di novembre e dicembre.

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