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I 3 messaggi chiave di Panetta sulla linea monetaria della Bce

AttualitàI 3 messaggi chiave di Panetta sulla linea monetaria della Bce

Primo intervento pubblico in presenza al congresso Iccrea

Roma, 30 nov. (askanews) – Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta ha tenuto oggi il suo primo intervento pubblico in presenza, un discorso alla conferenza per il 60º anniversario dalla fondazione del gruppo Iccrea. E’ stato anche il primo discorso sulla politica monetaria della Bce da quando ha rilevato la guida dell’istituzione di Via Nazionale.

E in questo ambito ha lanciato tre messaggi chiave. Primo, altri aumenti dei tassi sono da escludere (tema, in realtà, forse abbastanza condiviso nel direttorio Bce). Secondo, e qui si è già su terreni più dibattuti, è giusto mantenere una linea restrittiva, ma la durata della stessa potrebbe non essere necessariamente così estesa. Che, tradotto, significa che un primo taglio dei tassi potrebbe essere meno lontano del previsto.

E, terzo, no ad accelerazioni sulla manovra di riduzione della mole del bilancio di Bce e Eurosistema – cioè niente corse a ridurre gli stock di titoli pubblici – argomento su cui potrebbero crearsi posizioni divergenti.

Panetta ha anche lanciato un (immancabile) richiamo al governo sui conti: il peso del debito pubblico va ridotto perché “opprime l’economia da troppi anni”. E, alle banche, sui rischi di aumento dei crediti deteriorati. In generale è parso adottare uno stile più sintetico rispetto al suo predecessore – con 6 pagine di intervento oggi, a fronte delle circa 16 pagine dell’ultimo discorso pubblico di Ignazio Visco – ma senza discostarsi dalla sostanza dei contenuti.

Sempre oggi i dati di Eurostat hanno riportato un nuovo calo dell’inflazione, superiore al previsto. La Bce ha operato la sua stretta monetaria in risposta alle precedenti accelerazioni dell’inflazione – che lo scorso anno nell’area euro era arrivata a superare il 10% – puntando a ricondurre la crescita dei prezzi verso il suo obiettivo del 2% sul medio termine.

“La restrizione monetaria attuata dalla Bce è stata necessaria”, ha detto Panetta. Ma i dati, tanto più quelli appena pubblicati – che ha definito “una buona notizia” – mostrano che l’attuale livello dei tassi “sarebbe sufficiente a riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo del 2 per cento”. Quindi no ad altri aumenti.

In quanto governatore della Banca d’Italia, Panetta partecipa come tutti i suoi pari dell’area euro al Consiglio direttivo, l’organismo che assume le decisioni di politica monetaria della Bce. Anche precedentemente era presente a queste riunioni in quanto componente del Comitato esecutivo della stessa istituzione.

La stima preliminare sull’inflazione media dell’area euro di novembre ha indicato una ulteriore decelerazione, al 2,4% dal 2,9% di ottobre. E stavolta il calmieramento dell’inflazione “di fondo”, ossia l’indice dei prezzi depurato da energia, alimentari e altri beni volatili, è stato perfino più accentuato: al 3,6% a novembre dal 4,2% di ottobre.

Come rilevavano già ieri alcuni analisti dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione in Germania, l’istituzione monetaria potrebbe addirittura ritrovarsi spiazzata ora, con una linea eccessivamente restrittiva.

Secondo il numero uno di Bankitalia, “le condizioni monetarie dovranno rimanere restrittive per il tempo necessario a consolidare la disinflazione”. E anche su questo al Consiglio sembra esserci consenso. Meno evidente è quanto accordo ci sia sulla durata di questa fase. Per Panetta “dipenderà dall’evoluzione delle variabili macroeconomiche” e “potrebbe essere più breve qualora la persistente debolezza dell’attività produttiva accelerasse il calo dell’inflazione”.

Infine, è intervenuto su un tema toccato di recente da altri esponenti del direttorio. In particolare alcuni governatori hanno iniziato a sostenere che bisognerebbe riflettere ad una anticipazione dell’avvio della manovra di dismissione dei titoli accumulati anche con il piano anti Covid Pepp, così come già in atto con un altro piano di acquisti, l’App. La stessa presidente della Bce, Christine Lagarde lo scorso 27 novembre ha affermato che questa discussione potrebbe svolgersi “a breve”. Finora la Bce ha affermato di voler rinnovare i titoli del Pepp almeno fino a fine 2024. La prossima riunione operativa monetaria del Consiglio si terrà giovedì 14 dicembre.

Ma se la Bce aggiungesse questo elemento alle misure di inasprimento già decise, presumibilmente potrebbero crearsi ulteriori pressioni sui titoli di Stato, in una fase di gestione già non semplice delle manovre di risanamento dei conti pubblici per i governi, essendo l’economia sostanzialmente in stallo e i tassi di riferimento a livelli elevati.

“E’ necessario procedere con cautela nel processo di normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema – ha avvertito Panetta -. Dopo aver innalzato i tassi ufficiali, una brusca contrazione del bilancio, dopo quella già rapida dei mesi scorsi, avrebbe effetti restrittivi sull’economia che non sarebbero giustificati dalle prospettive dell’inflazione”.

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