Gli Stati Uniti continuano a monitorarla da vicino
Roma, 12 apr. (askanews) – Gli Stati Uniti considerano la potenziale minaccia iraniana di ritorsione contro Israele per un attacco al suo consolato a Damasco “reale e fattibile” e continuano a monitorarla da vicino. Lo ha dichiarato il consigliere per le comunicazioni sulla sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.
“Riteniamo che la potenziale minaccia iraniana sia reale, fattibile e certamente credibile, e la stiamo osservando il più attentamente possibile”, ha dichiarato Kirby durante un briefing con la stampa.
Kirby ha sottolineato che a questo punto l’amministrazione Biden si sta assicurando che Israele abbia tutto il necessario per difendersi. L’emittente statunitense CBS ha riferito, citando due funzionari statunitensi, che oggi è prevista un’importante rappresaglia iraniana contro Israele in risposta all’attacco del 1 aprile al suo consolato a Damasco. L’attacco potrebbe colpire siti militari all’interno del Paese con più di 100 droni e decine di missili, secondo l’emittente. I funzionari non escludono che gli iraniani possano optare per un attacco su scala ridotta per evitare una drastica escalation, ma si ritiene che la loro rappresaglia sia imminente, ha aggiunto la Cbs.
Il 1 aprile il ministero della Difesa siriano ha riferito di un attacco aereo israeliano contro la sede del consolato generale dell’Iran nella capitale siriana Damasco, che ha lasciato l’edificio in rovina. Nello stesso edificio risiedeva l’ambasciatore iraniano in Siria, Hossein Akbari, che non è rimasto ferito.
Il corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica, il reparto d’elite dell’esercito di Teheran, ha riferito che sette suoi membri sono stati uccisi nell’attacco, compresi due comandanti: Mohammad Reza Zahedi, capo della forza al Quds del Corpo attiva in Siria e in Libano, e il suo vice Mohammad Hadi Rahimi.
Il Ministero degli Esteri iraniano ha dichiarato di riservarsi il diritto di rispondere all’attacco di Israele al consolato generale di Damasco e di “determinare la punizione che l’aggressore merita”.