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FOTO | VIDEO | Restaurata la maxi mappa dei canali sotterranei di Bologna: è dell’800

PoliticaFOTO | VIDEO | Restaurata la maxi mappa dei canali sotterranei di Bologna: è dell’800

BOLOGNA – Era stata “buttata in un angolo”, stropicciata per la teca troppo stretta e degradata a causa dell’umidità. Sono servite per questo più di 300 ore di lavoro per restaurare la cosiddetta “pianta Marchesini”, la mappa realizzata a metà ‘800 dall’omonimo architetto e ingegnere, che rappresenta con dovizia di particolari il reticolo di canali e torrenti nella parte sud-orientale di Bologna. Un reticolo di corsi d’acqua, artificiali e non, che corre sotto la porzione del centro storico del Quartiere Santo Stefano, da Porta San Vitale alla cerchia meridionale delle mura. La carta, di proprietà del Comune di Bologna e conservata all’archivio storico comunale, era talmente degradata che era compromessa anche la sua leggibilità. Il Consorzio delle Acque del Savena ha deciso così di restaurarla, con un investimento di circa 9.000 euro, affidando il lavoro a Camilla Roversi Monaco del Laboratorio degli Angeli.

Nella mappa, realizzata con tecnica mista, china e acquerello, sono indicati con estrema precisione non solo il fitto reticolo idraulico della zona, ma anche tutte le chiaviche di derivazione, i palazzi (con relativi numeri civici), le aree verdi, le aiuole e i giardini all’inglese (in parte spariti da allora). Il restauro della mappa è stato presentato oggi in conferenza stampa dalla presidente del consorzio Canali di Bologna, Milena Naldi, insieme alla responsabile del consorzio Acque del Savena, Jadranka Bentini, e alla restauratrice Valeria Ialonardi. Questo pomeriggio, alle 17, è in programma anche un evento pubblico di illustrazione della mappa, alla presenza di Roversi Monaco.

La carta delle acque sotterranee a sud-est del centro di Bologna fu realizzata nel 1857 da Luigi Marchesini ed è di fatto un pezzo unico, perché non ne esistono altre di questo tipo su altri comprensori cittadini realizzate dall’ingegnere. Ha dimensioni eccezionali (1,9 per 2,2 metri) ed è considerata dal consorzio alla stregua di un’opera d’arte, tanto che ora dopo il salvataggio dall’archivio comunale rimarrà (gelosamente) esposta e conservata nel plexiglas per lungo tempo nella sede dell’Opificio delle Acque in via della Grada. “È un’operazione culturale di grande valore- afferma Naldi- è una mappa eccezionale, che meritava una cura eccezionale. Era stata buttata in un angolo, aveva bisogno di attenzione”. Per Ialonardi “è stato un recupero molto difficile e anche insperato”.

Dalla mappa di Marchesini emerge non solo l’acqua, ma anche il verde e le mura dell’epoca. “Su questo dovremmo riflettere molto- sostiene Bentini- quella idea del verde sparso era fantastica, il verde va messo dove serve”. E aggiunge: “Il Comune ha finalmente affrontato il tema dei Portici con l’Unesco e i canali ora hanno assunto un posto prioritario. Ma anche le mura antiche andrebbero guardate con molta attenzione”. Naldi incalza: “Senza i canali non saremmo la città che siamo. Bologna è unica per i Portici, per le torri e per i canali, che sono tutti beni privati di uso pubblico. Dovremmo rifletterci”. Il consorzio dei Canali di Bologna conta nel suo archivio 125 mappe del ‘700-‘800 e oltre 2.000 documenti di varia natura (il più antico è del ‘500). Inoltre sta predisponendo un progetto di valorizzazione non solo di mappe e documenti contenuti in archivi pubblici, ma anche quelli di famiglie private.
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