ROMA – Si è concluso in un nulla di fatto il terzo round del Comitato intergovernativo per i negoziati (Inc-3), durato una settimana a Nairobi, in Kenya, convocato per porre un freno all’inquinamento da plastiche e microplastiche nel mondo. Da lunedì 13 novembre a ieri, domenica 20, dirigenti di Stato e di governo di 175 Paesi insieme a organizzazioni ambientaliste e grandi produttori della plastica si sono incontrati presso la sede del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), agenzia promotrice dell’iniziativa. Scopo dell’Inc-3 era la stesura della bozza di un Trattato globale sulla plastica per fissare impegni e strategie da adottare entro la fine del 2024 e applicare a partire dal 2025.
Tuttavia, come hanno denunciato gli ambientalisti, è stato mancato l’obiettivo centrale del summit: quello di ottenere impegni chiari e condivisi affinché venga drasticamente ridotta la produzione della plastica nel mondo: stime avvertono che, se il trend attuale non cambierà, entro il 2060 la produzione di questo derivato del petrolio triplicherà.
GLI AMBIENTALISTI: RIDURRE LA PRODUZIONE DEL 75%
Le organizzazioni pertanto chiedono non solo di ridurne la produzione di almeno il 75% entro il 2040, ma anche di fissare una roadmap comune, che non lasci margini di discrezionalità agli Stati. Tuttavia, secondo quanto hanno riferito gli attivisti ai media internazionali, i principali Stati produttori e le lobby industriali del settore avrebbero fatto quadrato per promuovere un approccio che punti sul riciclo e una migliore gestione dei rifiuti. Cosa che però non convince gli ambientalisti, in quanto non sarebbe garanzia di minore inquinamento ambientale.
“La plastica danneggia direttamente ciascuno degli 8,1 miliardi di abitanti di questo fragile pianeta, ma i nostri leader hanno scelto, nei fatti, di considerare le aziende petrolchimiche come gli unici portatori d’interesse degni di ascolto” ha detto Graham Forbes, capo delegazione di Greenpeace ai negoziati, così come riportato in una nota. “Se vogliamo proteggere il nostro clima, la nostra biodiversità e la nostra salute- ha aggiunto Forbes- dobbiamo ridurre la produzione di plastica almeno del 75% entro il 2040: questo è indiscutibile, ma oltre la metà del tempo a disposizione per i negoziati è già trascorsa e stiamo procedendo verso il fallimento. I governi stanno permettendo agli interessi legati ai combustibili fossili di guidare i negoziati verso un trattato che, senza alcun dubbio, aggraverà la crisi climatica e accelererà un cambiamento climatico incontrollato”. “Questo fallimento- ha concluso il capo delegazione- deve essere un campanello d’allarme per i governi che rappresentano miliardi di persone colpite dall’inquinamento da plastica in tutto il mondo. Quando i negoziati riprenderanno in Canada ad aprile 2024, i nostri leader dovranno essere pronti a dimostrare un livello di coraggio e leadership che non abbiamo ancora visto”.
Carroll Muffett, del Center for International Environmental Law (Ciel), ha denunciato che durante i lavori del summit “abbiamo visto questi Paesi impedire attivamente persino l’inizio di questi negoziati, per evitare di entrare nel merito della questione e per rallentare le discussioni”. Sotto accusa anche Stati Uniti, Cina, Iran, Arabia Saudita e Bahrein, che per le loro posizioni hanno ottenuto il soprannome di “Paesi scarsamente ambiziosi”.
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Nel gruppo delle nazioni “altamente ambiziose” c’è invece il Kenya, che ha ospitato l’evento. Nel suo discorso d’apertura, il presidente William Ruto ha definito questo tipo di inquinamento “inaccettabile”, denunciando che “costituisce una minaccia esistenziale alla vita, all’umanità e a tutto il resto”.
Restano ora solo altri due appuntamenti dell’Inc prima del 2025: ad aprile prossimo in Canada e a fine 2024 in Corea del Sud. Dal 30 novembre al 12 dicembre prossimi invece a Dubai, negli Emirati Arabi, si terrà la Cop28, ossia la 28esima Conferenza sui cambiamenti climatici che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas serra nell’atmosfera per contenere l’aumento delle temperature. L’appuntamento si svolge all’indomani di fenomeni naturali devastanti nel mondo, e dell’estate in cui in Europa si sono registrate le temperature più alte da quando gli scienziati hanno iniziato a registrarle.
LA TEMPERATURA GLOBALE SUPERA I 2 GRADI, GUTERRES (ONU): SIAMO FUORI STRADA
“I governanti non possono più rinviare. Siamo fuori strada. La Cop28 deve prepararci ad una drastica azione sul Clima, adesso”. Così ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel corso di una conferenza stampa. Il commento giunge a pochi giorni dall’annuncio degli scienziati, secondo cui l’aumento della temperatura media globale della Terra ha superato per la prima volta i 2 gradi, sebbene gli Accordi sul clima di Parigi nel 2015 hanno fissato la soglia massima consentita bel al di sotto de 2 gradi C.
“Guerre, cambiamenti climatici, turbolenze economiche. Crisi dopo crisi, i bambini di tutto il mondo vengono derubati delle loro vite e del loro futuro. I bambini hanno bisogno di pace, adesso” ha aggiunto ancora Guterres in un post su X (ex Twitter), in occasione della Giornata internazionale dei bambini.
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