mercoledì, 19 Giugno , 24

Apre a Rimini il Fellini Museum, un luogo vivo per “spettautori”

BariApre a Rimini il Fellini Museum, un luogo vivo per “spettautori”

RIMINI – Una gigantesca giunonica Anita Ekberg e uno sceicco bianco sull’altalena accolgono i visitatori in un incontro con gli archetipi del mondo felliniano: la visita a Castel Sismondo a Rimini è un viaggio nell’opera del genio riminese Federico Fellini, ma anche molto di più. Da oggi il Fellini Museum, con cui Rimini rende omaggio al suo “figlio” più celebre, è una realtà: una passeggiata nella cinematografia onirica di Fellini, un racconto del suo tempo e degli italiani di allora, che si presentavano al regista aspirando ad una parte, attraverso fotografie in bianco e nero e in lettere. Perché allora i casting avvenivano così, non nei talent show o sui social.

Museo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo Burlando

Anna Villari, curatrice insieme e Marco Bertozzi, accompagna i primi visitatori attraverso le 16 sale della mostra, svelandone contenuti e curiosità. Lungo il percorso sono stati piazzati 33 proiettori, 34 monitor, 26 schermi ed è possibile visionare oltre cinque ore e mezzo di contenuti audiovisivi, di cui metà tratti dai film di Fellini e l’altra da materiali di repertorio.

Museo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo Burlando

C’è la sala dedicata al mare di Rimini, quella con gli abiti di scena da oscar de “Il Casanova” e di “Roma”, una dove poter curiosare virtualmente tra le pagine del libro dove il registra trascriveva quello che gli appariva in sogno. E ancora, in una sala tappezzata da spartiti di Nino Rota è possibile godere dell’ascolto delle più celebri colonne sonore dei film di Fellini. Suggestiva anche l’altamente simbolica “sala dell’altalena”, dove tutto dondola per scandire il tempo che passa. A completare il percorso nell’ala di Isotta del castello, una mostra dentro la mostra, con “nel mondo di Tonino Guerra”, esposizione temporanea a cura di luca cesari.

Museo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo Burlando

Museo Fellini è prima di tutto un “luogo vivo- spiega la curatrice Villari- una chiave di lettura per entrare nel mondo di Fellini e nelle sue suggestioni attraverso tecnologie e linguaggio contemporaneo”. Il visitatore “da semplice spettatore diventa spettautore- aggiunge Marco Bertozzi- grazie a schermi interattivi e multimedialità è possibile infatti attivare un percorso interpretativo autonomo”. Al lavoro di tanti è dovuta la realizzazione degli spazi espositivi a Castel Sismondo: il Comune ha affidato a Studio Azzurro la direzione artistica e l’ideazione del progetto multimediale, la mostra è a cura di Marco Bertozzi e Anna Villari e la realizzazione è stata possibile grazie alla partecipazione dei produttori dei film di Fellini e dei titolari dei diritti di sfruttamento. Partner del progetto, patrocinato della rai, sono Visit Romagna e Apt servizi emilia-romagna con Hera servizi gold sponsor.

Museo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo Burlando

Ma a caratterizzare il Fellini museum è soprattuto il dialogo tra spazi interni ed esterni e l’idea di un museo diffuso su un trittico di spazi: Castel Sismondo appunto, dove ci sono gli allestimenti dedicati al cinema di Fellini, poi palazzo del Fulgor, dove si potranno ammirare manifesti, locandine e disegni dei film. Gli allestimenti saranno completati a settembre. Infine Piazza Malatesta, una piazza “dei sogni”, ex parcheggio, ora “rigenerata” e trasformata in una grande area urbana con spazi verdi, arene, installazioni artistiche, un velo d’acqua e una grande panca circolare che si richiama al finale di 8 ½ , simbolo di comunità e dello stare insieme. La piazza infine è ancora in divenire: sarà arricchita da piante e installazioni del “bosco incantato” di Tonino Guerra.

Museo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo BurlandoMuseo Fellini foto credit @ Lorenzo Burlando

Per tutta la settimana riminesi e turisti potranno visitare gratuitamente il Fellini Museum (sold out), da lunedì la visita sarà a pagamento (10 euro) su prenotazione.

IL SINDACO ANDREA GNASSI: “RIMINI HA INVESTITO IN BELLEZZA”

Con il nuovo polo museale culturale nel cuore di Rimini “hanno vinto i bambini”. Il sindaco Andrea Gnassi, nell’introdurre i giornalisti all’anteprima odierna del Fellini Museum, a Castel Sismondo, mette la parola fine alle critiche e ai detrattori dell’ultima rivoluzione compiuta. Con l’apertura del Fellini Museum a Rimini si restituisce “il diritto alla bellezza come chiave di comunità che si ritrova nell’identità della sua storia”, sottolinea.

Gnassi ricorda quindi un modello di città “quasi maschile”: dieci anni fa qui di fronte c’erano parcheggi, “io ci passavo con la macchina”. Non solo: “c’era anche un teatro distrutto con un capannone che diventava palestra e quando non c’era un parcheggio, c’era un mercato ambulante”. Eppure, “Rimini è una città d’arte romana, con la sua pietra d’istria del Ponte Tiberio e dell’Arco di Augusto- spiega Gnassi- è la città dove Giotto ha messo i semi della scuola del ‘300 riminese, del Rinascimento, di Sigismondo, Piero della Francesca, Leon Battista Alberti”. E nella sua storia, Rimini ha avuto anche “i primi bagni marini nell’800 e il ‘900 con la fantasia di Fellini e e la tragedia della guerra”. Eppure, “nel 2011, proprio Rimini sembrava non avere più un futuro- ricorda- dovevamo cambiare, dopo le fogne in mare, la crisi del mattone, la crisi economica e finanziaria”. Nel 2021 anche la pandemia e “in mezzo 10 anni in cui Rimini è partita con il sogno: ridarsi una identità di città d’arte”.

E così “abbiamo rotto le frequenze dell’abitudine, della bruttezza del gas di scarico che feriva il nostro castello”, incalza il sindaco. “Qui hanno vinto i bambini perché Rimini ha fatto un investimento sulla bellezza- ribadisce- e oggi continua a leggere sul sito di riferimento

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