La denuncia di Greenpeace: ancora troppi incendi con tasso di crescita allarmante
Belém, 8 ago. (askanews) – Proprio mentre a Belém, in Brasile, inizia il vertice dell’Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica (Octa) per trovare soluzioni condivise e fermare la distruzione della foresta Amazzonica, Greenpeace Brasile denuncia un tasso allarmante di incendi nel polmone verde del pianeta. I dati provenienti dal Brasile, secondo l’associazione ambientalista, mostrerebbero che, nonostante il calo significativo della deforestazione, registrato nel 2023, la foresta continua a bruciare.Sono 15.744 i focolai divampati solo nel 2023, con un aumento del 5,3% rispetto al 2022. Gli incendi si concentrano principalmente negli Stati di Mato Grosso, Maranhao e Parà, dove l’industria agroalimentare continua a espandersi, a scapito della foresta.Secondo Greenpeace, la stagione più secca, in combinazione con il ritorno del fenomeno meteorologico del Nino, sta creando le condizioni ideali per i roghi in Amazzonia. per cui è urgente – e necessario – che il governo Lula non si preoccupi solo di spegnere i focolai ma attui, al più presto, un piano d’azione integrato per salvare questo ecosistema.Oltre all’influenza della siccità e del Nino, l’aumento degli incendi in Amazzonia è dovuto anche alla deforestazione e alle politiche anti-ambientaliste del precedente governo brasiliano di Jair Bolsonaro. I roghi del 2023, infatti – spiega Greenpeace Brasile – colpiscono aree già disboscate in passato per liberare i terreni e fare posto a nuovi pascoli e piantagioni.Anche per questo, il vertice sull’Amazzonia presieduto da Lula, a Belém che nel 2025 ospiterà anche la COP30 sul clima, riunisce al tavolo dei negoziati i rappresentanti degli otto Paesi dell’Octa: Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Peru, Suriname e Venezuela, per discutere di strategie contro la deforestazione, criminalità organizzata e obiettivi di sviluppo sostenibile in Amazzonia.