ROMA – “Creare una democrazia unificata e centralizzata non è mai stato l’obiettivo” della missione militare dell’esercito degli Stati Uniti e della coalizione Nato in Afghanistan, lanciata nel 2001, all’indomani degli attentati alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre. A dirlo è stato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso di quella che è stata la sua prima conferenza stampa da quando, ieri, i talebani hanno preso il controllo del Paese entrando nella capitale Kabul e occupando il palazzo presidenziale.
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Biden ha detto che “lo state-bulding non è mai stato l’obiettivo della nostra missione nel Paese”, che per l’appunto, secondo il presidente, “doveva essere centrata su attività di anti-terrorismo” e non “sulla creazione di una democrazia centralizzata e unificata”. L’inquilino della Casa Bianca si è detto “fermamente convinto” che la scelta giusta rispetto all’Afghanistan sia stata “dare seguito agli accordi e ritirare le truppe” dal Paese.
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Secondo Biden, la scelta che gli Usa si sono trovati davanti è stata o lasciare il Paese, come stabilito in un accordo raggiunto con i miliziani in Qatar a febbraio, o “proseguire nell’escalation del conflitto, inviando di nuovo migliaia di truppe nel Paese e scivolare così nella terza decade della guerra”. E intanto in Afghanistan i civili sono nel panico.
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