La polizia: perquisizioni al padre e ai sostenitori su social
Milano, 17 apr. (askanews) – Propaganda e istigazione a delinquere finalizzate all’odio razziale e religioso, aggravate dall’apologia della Shoah: per queste accuse un 29enne è stato arrestato a Milano dalla polizia che ha anche eseguito perquisizioni locali e personali nei confronti del padre del giovane (un cittadino italiano di origini egiziane) e di altri tre individui che hanno sostenuto e incitato le sue esternazioni sui social. E’ l’esito di un’indagine condotta dai poliziotti della Sezione Antiterrorismo Internazionale della Digos di Milano e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
Secondo la ricostruzione degli investigatori l’uomo, residente nel Milanese, all’indomani dei tragici fatti del 7 ottobre 2023, aveva diffuso online esternazioni di chiara matrice antisemita ed apologetiche delle azioni terroristiche di Hamas, dichiarandosi in procinto di intraprendere il jihad e raggiungere il martirio combattendo: oltre alla pubblicazione sul proprio profilo di numerose foto che lo immortalavano in costante allenamento fisico per prepararsi all’impegno bellico, lo stesso aveva effettuato ricerche sul web sui voli disponibili per raggiungere i teatri di guerra mediorientali.
Il giovane, oltre ad aver avviato chat WhatsApp e Instagram con numerose persone che gli parevano attestate sulle stesse posizioni radicali e nelle quali ha manifestato aperto sostegno alle azioni di Hamas palesando al contempo un odio ossessivo verso lo Stato e il popolo ebraico, ha condotto, tramite i propri profili social, una quotidiana, incessante e sistematica attività di condivisione di contenuti di analogo tenore con differenti e articolate modalità.
Ha pubblicato più volte notizie e materiale di propaganda acquisite su canali tematici – tra cui gli organi mediatici ufficiali dell’ala militare di Hamas e di Hezbollah – traducendole in lingua italiana e talvolta modificandole per renderle maggiormente appetibili. Ha rilanciato le riposte di approvazione ricevute in privato, condividendole in numerosi e quotidiani post pubblici che fungevano da volano di propaganda per contenuti ed esternazioni di sostegno alle citate organizzazioni terroristiche, col dichiarato obiettivo di invitare i fratelli ad arruolarsi invece di nascondersi.
Una delle perquisizioni è stata effettuata in Svizzera da una pattuglia mista italo-elvetica nei confronti di un uomo già noto alle autorità italiane per la vicinanza agli ambienti dell’estrema destra milanese.